È ormai noto a tutti che la mancanza di sonno può causare vari disturbi, tra cui irritabilità, perdita di memoria, difficoltà di concentrazione, ansia.
Ma avete mai sentito dire che dormire poco fa venire fame?
Ebbene sì: da alcuni esperimenti condotti da prestigiose università americane e inglesi (Università di Leeds, King’s College di Londra, Feinberg School of Medicine alla Northwestern University di Chicago) e dall’Università di Uppsala (Svezia), sarebbe emerso che dormire meno ore del necessario comporterebbe questo particolare effetto collaterale.
Dormire poco, infatti, causa un aumento del livello di glucosio nel sangue, talvolta fino a raggiungere livelli simili a quelli riscontrati in soggetti affetti da diabete.
Più alto è l’indice glicemico, più facilmente un alimento comporta un aumento della glicemia nel sangue: maggiore deve essere dunque la secrezione di insulina da parte dell’organismo per reagire a questo incremento.
Queste oscillazioni hanno molti effetti negativi, tra cui gli attacchi di fame.
In secondo luogo, la carenza di sonno altera gli ormoni responsabili della sensazione di appetito e come la grelina e la leptina, causando contemporaneamente un incremento del cortisolo (il cosiddetto “ormone dello stress”), con conseguente aumento del desiderio di cibi dolci e grassi.
Questo comporta il rischio di sviluppare obesità e le conseguenti patologie che ne possono derivare.
Il sonno sarebbe legato anche ai livelli ematici di endocannabinoidi: dopo una notte di sonno normale i livelli di 2-AG sono bassi al mattino e raggiungono un picco nel primo pomeriggio, poco dopo l’ora di pranzo, per poi diminuire.
Con la privazione del sonno, invece, il 2-AG raggiunge livelli del 33% superiori e rimane elevato nel tempo. Il sistema endocannabinoide – sistema biologico di comunicazione tra le cellule, che contribuisce a regolare gran parte delle funzioni vitali – si risveglierebbe quindi man mano che il sonno diminuisce.
Si tratta dello stesso bersaglio che si attiva dopo il consumo di marijuana, quello comunemente definito come «fame chimica».
Infine, i ricercatori della Feinberg School of Medicine alla Northwestern University di Chicago hanno pubblicato i risultati di uno studio che analizza la connessione tra la privazione di sonno e la sensibilità del cervello agli odori di cibo.
Dormendo poco si mostra una maggiore attività della corteccia piriforme e di quella orbitofrontale (aree del cervello che reagiscono agli odori) in risposta alle inalazioni di cibo, di quanto accada dopo aver dormito una notte intera.
Sport e dieta equilibrata sono quindi fondamentali per condurre uno stile di vita sano, ma non sono sufficienti.
Per vivere bene è necessario anche dormire bene!
Carolina Frezza – WE_BEAT